Dopo che il leader storico della sinistra italiana, Mario Capanna, ha dichiarato pubblicamente di non aver mai consumato ‘spinelli’ con regolarità, ma di aver investito nella coltivazione della canapa, il tema della farina di cannabis è tornato sui giornali. È una semplice moda passeggera o una realtà da potenziare e sulla quale investire? L’impiego della Canapa Sativa non è una novità, ha tradizioni antichissime in Oriente ed Occidente. Anche la Campania è stata una delle principali produttrici di materie prime ottenute dalla sua lavorazione.
Agli inizi del Novecento, Caserta era la seconda provincia in Italia per la produzione di canapa tessile, il cui centro era tra Bologna e Ferrara dove tuttora decine di ‘maceri’ costellano il paesaggio agricolo: una coltura di primaria importanza nell’economia delle famiglie coinvolte nella sua produzione, commercializzazione ed esportazione.
La crisi della canapicoltura ha inizio negli anni ’60 e ne determina la scomparsa in favore di cotone e fibre sintetiche a livello industriale, mentre la coltivazione sconta anche la ‘cattiva fama’ derivante dall’utilizzo della Cannabis come sostanza stupefacente.
La coltura della canapa è a bassissimo impatto ambientale, non richiede pesticidi, ha bisogno di poca acqua per crescere e soprattutto migliora la qualità del terreno che occupa: oltre a queste caratteristiche, ciò che desta maggiore interesse è la sua versatilità. Può essere lavorata in modo da ottenere materie prime pregiate da utilizzare nei più svariati ambiti: tessile, edilizio, alimentare, farmaceutico, cosmetico, industriale ed energetico con i biocarburanti.
I semi di canapa, e tutti i suoi derivati, sono oggi considerati come degli integratori alimentari di origine naturale contenenti tutti gli amminoacidi essenziali necessari al buon funzionamento del corpo umano, risultando un alimento completo da un punto di vista proteico. La presenza di Omega 3, Omega 6 e fitonutrienti, oltre ad esercitare un potere antinfiammatorio, garantisce una riduzione significativa dei livelli di colesterolo cattivo nel sangue, agendo contro la trigliceridemia alta, ipertensione ed arteriosclerosi. Non trascurabile il contenuto di fibre, che stimola il corretto funzionamento dell’intestino, e di sali minerali e vitamine, in particolare del gruppo E, ad azione antiossidante.
Di fronte a tanti vantaggi per la salute si è risvegliata la volontà di chef e produttori di fare veri e propri esperimenti in ambito gastronomico, nel tentativo di dar vita a prodotti a base di canapa sempre più originali.
La farina viene prodotta dalla macinazione e dalla setacciatura della rimanenza della spremitura dei semi per l’estrazione dell’olio e l’impasto che ne deriva, ricco di acidi grassi essenziali, fornisce un considerevole apporto proteico oltre a risultare più digeribile per il suo buon contenuto di fibre.
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